Le frasi e le citazioni di Henri-Frédéric Amiel

Henri-Frédéric Amiel

Henri-Frédéric Amiel naque a Ginevra nel 1821 da una famiglia di stretta osservanza calvinista, in giovanissima età rimase orfano. Rimasto solo al mondo si gettò negli studi fino a venti anni, quando, terminati questi, cominciò a viaggiare. Prima in Svizzera poi, tra il 1841 e l'agosto del 1842, lungo l'Italia, Malta, la Francia e successivamente, fino al 1848, in Germania. Frequentando l'università di Berlino trovò quell'ambiente culturale affascinante, un'influenza che tentò di conciliare per tutta la vita con la sua formazione latina. Fu uno dei primi stranieri a interessarsi alla filosofia di Schopenhauer, ma la sua educazione calvinista e il suo carattere gli impedirono di aderirvi, facendogli preferire quella di Krause.

Alla fine del 1848 rientrò a Ginevra accettando una cattedra prima di estetica, poi di filosofia, presso l'università, cominciando la carriera accademica che durò per tutto il resto della sua vita.

Rimase sempre celibe, privo di una vita mondana, circondandosi di una piccola cerchia di amici. Non privo di frequentazioni galanti, tra tutte spicca quella con la calvinista Fanny Mercier, futura erede dei diritti sui suoi scritti e editrice di una prima pubblicazione di pagine scelte del Diario intimo.

In vita si limitò alla pubblicazione di piccoli volumi di versi, saggi letterari e alcune traduzioni poetiche, pubblicate con il nome Les Etrangères, tra le quali troviamo l'Infinito e La sera del dì di festa del Leopardi.

Non particolarmente lusinghiera la critica di Diego Valeri sulle opere pubblicate dall'Amiel: "... possiamo spigolare qualche espressione, epigrammaticamente conchiusa, di pensieri non banali, qualche immagine affinata sino all'acutezza, come quella tipica e famosa della libellula ("... C'est de l'air tissé, du vent vivant..."); ma cercheremmo invano l'affermazione vittoriosa d'una compiuta personalità d'uomo e d'artista. Ugualmente vano sarebbe cercare nei suoi pochi articoli e discorsi letterarî un vero critico, ché, dubbioso, per naturale timidezza, d'ogni suo proprio giudizio, scrupolosamente informato, per abitudine di studî severi, del pensiero altrui, finiva a trovarsi davanti al suo tema, più che impacciato, inaridito."

Henri-Frédéric Amiel muore di asfissia il giorno 11 maggio 1881, all'età di 60 anni, a Ginevra.

Henri-Frédéric Amiel 1821 - 1881

Le frasi e gli aforismi di Henri-Frédéric Amiel

Fare facilmente ciò che gli altri trovano difficile è talento; fare ciò che è impossibile al talento è genio.

—Henri-Frédéric Amiel
Frammenti di diario intimo 12 giugno 1871

Fare facilmente ciò che gli altri trovano difficile è talento; fare ciò che è impossibile al talento è genio.


Guarda due volte per veder giusto, guarda una volta per veder bello.

—Henri-Frédéric Amiel
Frammenti di diario intimo 12 giugno 1871

Guarda due volte per veder giusto, guarda una volta per veder bello.


Il destino ha due modi per distruggerci, negare i nostri desideri o realizzarli.

—Henri-Frédéric Amiel
Frammenti di diario intimo 12 giugno 1871

Il destino ha due modi per distruggerci, negare i nostri desideri o realizzarli.


L'abitudine è una massima vivente diventata istinto e carne.

—Henri-Frédéric Amiel
Frammenti di diario intimo 12 giugno 1871

L'abitudine è una massima vivente diventata istinto e carne.


La somma dei dolori possibili per ogni anima è proporzionale al suo grado di perfezione.

—Henri-Frédéric Amiel
Frammenti di diario intimo 12 giugno 1871

La somma dei dolori possibili per ogni anima è proporzionale al suo grado di perfezione.


La verità pura non può essere assimilata dalla folla: si deve propagare per contagio.

—Henri-Frédéric Amiel
Frammenti di diario intimo 12 giugno 1871

La verità pura non può essere assimilata dalla folla: si deve propagare per contagio.


Lo charme: ciò che negli altri ci rende più soddisfatti di noi stessi.

—Henri-Frédéric Amiel
Frammenti di diario intimo 12 giugno 1871

Lo charme: ciò che negli altri ci rende più soddisfatti di noi stessi.


Sapere invecchiare è il capolavoro della saggezza, e una delle cose più difficili nell'arte difficilissima della vita.

—Henri-Frédéric Amiel
Frammenti di diario intimo 12 giugno 1871

Sapere invecchiare è il capolavoro della saggezza, e una delle cose più difficili nell'arte difficilissima della vita.


Se l'ignoranza e la passione sono i nemici della moralità nel popolo, bisogna anche confessare che l'indifferenza morale è la malattia delle classi colte.

—Henri-Frédéric Amiel
Frammenti di diario intimo 12 giugno 1871

Se l'ignoranza e la passione sono i nemici della moralità nel popolo, bisogna anche confessare che l'indifferenza morale è la malattia delle classi colte.


Un paesaggio è uno stato d'animo.

—Henri-Frédéric Amiel
Frammenti di diario intimo 12 giugno 1871

Un paesaggio è uno stato d'animo.


Un errore è tanto più pericoloso quanta più verità contiene.

—Henri-Frédéric Amiel
Frammenti di diario intimo 12 giugno 1871

Un errore è tanto più pericoloso quanta più verità contiene.


Essere incompreso da coloro stessi che amiamo, è il calice amaro, la croce della nostra vita. Perciò gli uomini superiori hanno sulle labbra quel sorriso doloroso e triste che tanto ci meraviglia.

—Henri-Frédéric Amiel

Essere incompreso da coloro stessi che amiamo, è il calice amaro, la croce della nostra vita. Perciò gli uomini superiori hanno sulle labbra quel sorriso doloroso e triste che tanto ci meraviglia.


Il modo più sicuro di sembrare grande e buono, forte e dolce è ancora quello di esserlo.

—Henri-Frédéric Amiel

Il modo più sicuro di sembrare grande e buono, forte e dolce è ancora quello di esserlo.


L'uomo che non ha una vita interiore è schiavo del suo ambiente.

—Henri-Frédéric Amiel

L'uomo che non ha una vita interiore è schiavo del suo ambiente.


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